FILOXENIA Testimonianze dalla guerra in Siria e dai campi profughi

19 Marzo 2019Archivio News

Sabato 11 maggio dalle 16 alle 18 – sala conferenze scuderie della Villa Mazzotti
 
Testimonianze dalla guerra in Siria e dai campi profughi. Incontro a cura di We Are Onlus
parteciperanno:
FEISAL AL MOHAMMAD
Medico, portavoce dell’Associazione Siria Libera e Democratica
AMEDEO RICUCCI
Giornalista professionista, lavora in RAI dal 1993..E’ stato inviato speciale di “Professione reporter”, TG1 e “La storia siamo noi”, seguendo i più importanti conflitti degli ultimi vent’anni
ORLANDO AMODEO
Primo dirigente medico della Polizia di Stato,30 anni da medico poliziotto, ha passato gran parte del suo tempo su navi e centri d’accoglienza. Schierato in maniera chiara e decisa contro la vergognosa politica di accoglienza del nostro paese.
OMAR AL SHAKAL
Cresciuto in una famiglia benestante legata al regime siriano, ha deciso di avvicinarsi alle prime manifestazioni nella sua città per curiosità. Più volte ferito ed arrestato riesce a fuggire. Votandosi ad aiutare i profughi come lui fonda REFUGEE4REFUGEES, la sua associazione grazie alla quale offre cibi caldi, abiti asciutti e un posto per dormire ai nuovi arrivati sull’isola di Lesbo
– GABRIEL TIZON presenta la sua mostra “Europa XXI secolo”  e  il suo libro “Vidas” , seguirà la proiezione di un suo video
 

AMEDEO RICUCCI

Giornalista professionista, lavora in RAI dal 1993..E’ stato inviato speciale di “Professione reporter”, TG1 e “La storia siamo noi”, seguendo i più importanti conflitti degli ultimi vent’anni: Algeria ,Somalia, Bosnia, Ruanda, Liberia, Kossovo, Afghanistan, Libano, Iran, Iraq, Palestina, Tunisia, Libia, Siria.
Dal settembre 2011 gestisce il blog “Ferri Vecchi” e, dal settembre 2013, lavora agli speciali del TG1 .Il 3 aprile 2013 è stato sequestrato in Siria assieme ad altri tre giornalisti italiani ad opera di una brigata di Jabhat al Nusra , passata in quegli stessi giorni all’isis che si era appena costituito .I quattro giornalisti sono stati liberati dopo 11 giorni di sequestro e, in tale periodo, era stato mantenuto il silenzio stampa .Amedeo Ricucci dice spesso che la sua idea di giornalismo è racchiusa in questa frase di Horacio Verbitsky :  ”Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia, tutto il resto è propaganda”.
Così come sulla carta stampata domina il racconto con le parole, in tv dovrebbe prevalere il racconto per immagini che ha in sé una grande potenza, perchè la forza espressiva di una sequenza filmata è unica ,dice , la scrittura evoca infatti,mentre l’immagine va oltre, trasformando una notizia in azione e, soprattutto, annullando la distanza che separa noi telespettatori da un avvenimento, che ci viene restituito in tutta la sua ricchezza (o quasi) e senza( troppe) mediazioni”.
Giornalista che fa il suo lavoro con competenza e accuratezza, serio Inviato che sta sul campo e ci racconta come vanno effettivamente le cose afferma: ”A me piace essere onesto anche a discapito delle mie idee”.
Ci parla di Africa e ci aiuta a capire i suoi lenti ma importanti cambiamenti, ci obbliga a riflettere sulla tragedia siriana su cui abbiamo consapevolmente chiuso gli occhi e di cui ancora si fa fatica a capire la vera portata di questa tragedia. Ci racconta il “caos libico”,il dramma della popolazione dando una lezione di giornalismo, un reportage sulla vita quotidiana a Tripoli e sulla condizione dei migranti che restano lì intrappolati.
“Bisogna farsi viaggiatori per decifrare i motivi che hanno spinto tanti a partire e tanti altri ad andare incontro alla morte. Sedersi per terra intorno a un fuoco e ascoltare le storie di chi ha voglia di raccontarle, come hanno fatto altri viaggiatori fin dalla notte dei tempi (A,Leogrande .La frontiera). Inviato, esperto viaggiatore, competente reporter che sa sedersi ad  ascoltare.  

ORLANDO AMODEO

     

Primo dirigente medico della PS,30 anni da medico poliziotto, ha passato gran parte del suo tempo su navi e centri d’accoglienza. Schierato in maniera chiara e decisa contro la vergognosa politica di accoglienza del nostro paese:”Salvini specula da criminale sulla tragedia, costruisce la sua fortuna sulla morte. A me non importa chi sia,ma non sopporto la sofferenza inutile.Se qualcuno la crea ricavandone un beneficio politico, non è altro che un criminale”. 

Inizia a gestire sbarchi già dal ’93 e apre a Crotone il primo centro di accoglienza, il Sant’Anna.

Una sua frase racchiude tutto:”Ana Tabib, sono un medico, è la prima cosa che dico sempre quando salgo su una nave”. Ha visto coi suoi occhi la tragedia di gente che, destinata a morire, tenta di sopravvivere;  persone che lasciano tutto quello che consideravano la propria vita. Ha avuto la capacità di ascoltare le loro storie di guerra e fame e di mettersi dalla loro parte.

E’ una persona di sani principi, umile e grande al tempo stesso, si esprime in maniera chiara e senza tanti giri di parole:”Le nostre leggi non funzionano, siamo noi a renderle un peso”.

Crede fermamente che soltanto mettendosi in mezzo fisicamente, facendo da esempio, si persuade qualcun altro e semplicemente lo fa.

“Ecco perché non sopporto Salvini, che parla sempre col sorriso”. Ha capito che la Lega Nord non avrebbe avuto un futuro, fondamentalmente sta imponendo la razza italiana, sa che manda la gente a morire. “I miei amici dicono che sono un pazzo. Ma io so che ho avuto la fortuna di stare nel posto giusto, ho usato la mia divisa per aiutare gli altri e ho sempre rispettato alla lettera le leggi italiane. Non mi sento isolato e neanche appoggiato. Non cerco alleanze, non me ne frega niente. Se qualcuno mi vuole ascoltare mi ascolta. Però oggi mi vergogno di essere italiano. E voglio campare da uomo libero. Comandi Salvini Di Maio o chiunque altro”.

OMAR ALASHAKAL  

Cresciuto in una famiglia benestante legata al regime, ha deciso di avvicinarsi  alle prime manifestazioni nella sua città per curiosità.  Era uno di quelli che pensavano che in Siria non si stesse male ma in una di queste proteste fu arrestato e imprigionato per quasi due mesi. Ripudiato dalla famiglia, Omar si trasferisce nella zona ribelle della città e si  presta come traduttore e assistente per i giornalisti e in seguito come autista di ambulanza finché non viene ferito e si deve trasferire in Turchia per le cure. Dopo la degenza, prima di tornare nell’inferno della Siria, vede dalla spiaggia l’isola greca di Kalimnos e, con un amico, un giubbotto di salvataggio e una gomma da camion, decide di tentare di raggiungerla a nuoto. Dopo 14 ore in acqua vengono salvati  a1 km dalla riva da una nave. Vaga per kalimnos e poi Salonicco. Attraversa il confine macedone e arriva in Germania da uno zio. Qui cura la sua gamba ferita e, con notevoli difficoltà, tenta di adattarsi a una nuova vita in un nuovo paese, ma in un’indagine di polizia viene accusato di appartenere allo stato islamico; poi le accuse risulteranno infondate, ma la sua immagine è ormai macchiata ed è visto con diffidenza anche dal resto dei rifugiati. Decide quindi di tornare in Siria.Sulla via del ritorno si ferma a Lesbo e qui inizia a studiare inglese mentre cucina per i rifugiati e fa volontariato presso ong. Fonda infine REFUGEE4REFUGEES, la sua associazione grazie alla quale offre cibi caldi, abiti asciutti e un posto per dormire ai nuovi arrivati sull’isola. Tra i compiti importanti svolti dalla sua associazione c’è anche la pulizia delle spiagge e degli insediamenti informali al di fuori del campo di Moria. corsi estivi di nuoto per superare la paura dell’acqua, ma soprattutto ci sono progetti sociali ed educativi per i bambini.

“Far vivere questi bambini nel degrado, abbandonati dalle istituzioni europee, significa segnarli per sempre,marcarli di rabbia e risentimento. Qualcuno deve aiutarli, per questo sono tornato qui, per restituire un po’ di dignità alle persone che l’Europa mortifica. Provo a ricordare loro che non sono animali, a ricordare cosa significa umanità”


Sabato 11 maggio dalle 16 alle 18 – sala conferenze scuderie della Villa Mazzotti

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